Settimana Santa
Da Gerusalemme al mare
Anche Giovanni il prediletto era fuggito
Lasciando il suo mantello nel pugno serrato di una guardia
Lasciando la sua ombra incerta nel buio dell’orto degli ulivi
Appena rotto dalle fiamme guizzanti di fiaccole resinose
Luci di soldati in armi – lance e bastoni
Venuti ad arrestare un uomo inerte e buono
Un’ora prima i discepoli dormivano
Come Giona nella barca in tempesta
Anche lui aveva tradito Dio come Giovanni e Pietro
Ma l’uomo è così debole e confuso
Se lo Spirito non lo sostiene l’uomo è perduto
Eppure tutti avevano visto il trionfo di Gesù
Anche il cieco nato con occhi nuovi aveva veduto
Uomini agitarsi con rami di palme e ulivi
Stendere mantelli per accompagnare il Messia
All’ingresso di Gerusalemme la Città Santa
Dove passata una settimana avrebbero condannato Gesù
Per poi crocifiggerlo fuori dalle mura
Così la tempesta del Male quando si scatena domanda
Che un uomo sia gettato nel mare-male per la salvezza di tutti
Così scendeva Giona nel sepolcro liquido
Per tre giorni nel ventre della morte
Finché Dio comandò alla morte di rigettarlo fuori
Sulla riva dove l’onda ride di luce alla sabbia
Giona come Gesù – e il suo corpo spiaggiato come un tronco risorga
Dal regno degli abissi portando con sé
I naufraghi del Vecchio e del Nuovo Mondo – noi li vedremo
Camminare in processione davanti al mare
Il buon ladrone in testa col pennone di nave
A forma di croce e che ciascuno canti
Il cantico dei redenti – il Signore è la mia salvezza
Non abbandonerà nel sepolcro la mia vita.