Famiglia Cristiana web - gennaio 2013

LE PAROLE DELLA VITA

Amore: Quella scintilla divina del mondo

La parola più bella, più abusata, più difficile e più semplice del mondo. Così evidente che si può confonderla, contraffarla, contrabbandarla con mille altri concetti. Amore cos’è? E cosa non è? Puoi coniugarla con te stesso quando sei solo. Puoi coniugarla con il tuo fratello e con il cielo, con Dio e con il passero che cinguetta sul ramo, a pochi passi da te. Puoi pensarci mentre ogni mattina ti allacci le scarpe. Puoi ricordartene quando infili il cucchiaio o la forchetta nel piatto e pensi: cosa mangerà il mio fratello all’altro capo del mondo, sull’immensa tavola comune che non vedi ma dove due occhi come i tuoi si sgraneranno davanti a un piatto di certo, nel migliore di casi, meno abbondante del tuo?
La parola amore ha tanti sinonimi: affetto, fraternità, solidarietà. Ma il sinonimo più bello viene dalla lingua russa: sobornost, che si traduce comunionalità. Sentirsi in comunione, amati da qualcuno, è la cosa più difficile del mondo. Si impara dai bambini: loro lo sanno. La parola amore puoi tradurla in tutte le lingue del mondo, con mille sfumature come gli ingredienti più diversi e più nascosti che danno sapore al cibo. Come il lievito che fa fiorire la pasta. Alla fine scoprirai che l’amore ha un solo sapore inconfondibile per tutti, riconoscibile da tutti e che piace a tutti, indistintamente.
Quando scocca l’amore è come la scintilla tra il dito di Dio e quello dell’uomo nella Creazione di Adamo, affrescata sul soffitto della cappella Sistina da Michelangelo. Scintilla divina che scatta tra due diversità come una freccia o una corrente che accende la vita. “That’s amore” cantava Dean Martin, contaminando due lingue e ricordandoci che in italiano la parola “amore” è più dolce che mai. Senza dimenticare le parole che Benedetto XVI ha pronunciato domenica scorsa, 13 gennaio all’Angelus in piazza san Pietro per la Giornata nazionale del migrante: “Amore è il nome stesso di Dio”.