Famiglia Cristiana n° 06 - febbraio 2005

UNA DONNA VESTITA DI SOLE
L'Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri (Roma Braccio Carlo Magno 11 febbraio - 13 maggio)
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L'ARTE RIVELA L'IMMACOLATA

Tutta bella, tutta santa e tutta pura, più splendente del sole e più bianca della neve: così poesia, devozione popolare e rappresentazione artistica hanno preceduto di secoli la definizione del dogma.

Cosa può significare per noi, uomini del XXI secolo, spesso distratti e un po' confusi sulle questioni essenziali della nostra fede, della salvezza e delle verità cristiane, una mostra come quella che aprirà l'11 febbraio in Vaticano sul dogma dell'Immacolata Concezione, proclamato 150 anni fa da papa Pio IX (il pontificato più lungo della storia, il Papa dell'esilio a Gaeta e di Porta Pia, del Sillabo, del Concilio Vaticano I e del dogma dell'infallibilità, beatificato da Giovanni Paolo II nel 2000)?
Eppure basta alzare gli occhi al cielo limpido di queste fredde giornate invernali - basta guardare dopo il tramonto levarsi purissima la falce della luna - per essere introdotti con semplicità, attraverso i sensi illuminati dalla fede, a contemplare il mistero dell'Immacolata Concezione di Maria. Mistero in bianco e azzurro, i colori di colei che è stata per grazia preservata dalla colpa d'origine.
La verità sull'Immacolata, d'altronde, è una di quelle verità di cui Gesù ringrazia il Padre per averle "nascoste ai sapienti e rivelate ai semplici" (Matteo 11,25). Verità, dunque, amatissima dal popolo cristiano e festeggiata dalla liturgia della Chiesa d'Oriente e d'Occidente fin dai primi secoli; verità sostenuta infine da teologi e mistici (san Bernardo, santa Brigida, Angela da Foligno), ma che la Chiesa prudentemente ha atteso a lungo prima di definirla come dogma (i due precedenti dogmi mariani - quello sulla divina maternità di Maria e quello sulla sua perpetua verginità - risalgono al concilio di Efeso del 431 e al Lateranense del 649).

Il partito degli "immacolisti"

Sul tema dell'Immacolata l'opinione ecclesiale si divideva infatti tra il partito dei favorevoli (gli immacolisti francescani tra cui Duns Scoto e papa Sisto IV) e il partito dei contrari (i macolisti domenicani). Nel lungo cammino verso la definizione del dogma, l'arte e la devozione popolare hanno giocato d'anticipo, mostrando agli occhi dei fedeli ciò che la teologia avrebbe poi dovuto dimostrare alle menti. Così si spiega il senso e il fascino di questa splendida, affascinante mostra Una donna vestita di sole. L'Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri, che sarà visitabile in Vaticano, nel Braccio di Carlo Magno, a sinistra in fondo al colonnato del Bernini, dall'11 febbraio al 13 maggio (catalogo Motta). I suoi curatori hanno ricostruito, attraverso capolavori di artisti come Leonardo, Barocci, Carracci, Tiepolo, El Greco, Guercino e Murillo (per citare i maggiori), il ruolo che l'immaginazione popolare e l'arte figurativa hanno avuto nella diffusione di una certezza che, se da sempre animava il popolo cristiano (secondo il sensus fidei), fu confermata da Pio IX l'8 dicembre 1854 con la proclamazione solenne del dogma in San Pietro. A Lourdes, quattro anni dopo, la Bianca Signora appariva a Bernadette Soubirous, confermandolo proprio con queste parole: Io sono l'Immacolata Concezione.
Se scaviamo nei testi della Bibbia che ispirarono l'arte (che fu sempre immacolista), l'immagine di Maria emerge già nell'Antico Testamento attraverso simboli e allegorie. Per esempio l'albero di Jesse evocato nella splendida tavola di Matteo da Gualdo: dal corpo disteso di Jesse, il padre di Davide, fiorisce l'albero genealogico di Maria, la madre di Gesù. Altri simboli mariani (la torre di Davide, la fontana sigillata, il giardino chiuso, la stella del mattino, la porta del cielo), che ricorrono nelle litanie lauretane del rosario, vengono riprese e rappresentate dagli artisti: come nella bellissima pala spagnola di Juan de Juanes, dove l'Immacolata appare tra i genitori Gioacchino e Anna inginocchiati ai suoi piedi. La pala, tra l'altro, riporta nella cornice uno dei versi più belli del Cantico dei Cantici (4,7) riferiti a Maria: "Tutta bella tu sei amica mia, e nessuna macchia è in te" (dichiarazione ante litteram del dogma stesso dell'Immacolata).
. Il cammino terreno di Maria descritto nei Vangeli, dalle polverose strade di Galilea al Golgota, si conclude al momento della sua gloriosa Assunzione in cielo con il corpo (quarto e ultimo dogma mariano, proclamato da Pio XII nel 1950).
Nell'Apocalisse, infine, secondo la visione di san Giovanni a Patmos, Maria è la "donna vestita di sole con la luna sotto i piedi e sul capo una corona di 12 stelle" (12,1). Così Maria appare nella rutilante, colorata e primitiva miniatura spagnola del famoso Commentario del beato Liebana (secolo XI) esposta in mostra; o nell'altrettanto suggestiva tela seicentesca di Carlo Maratti proveniente da Amsterdam. La mostra vaticana rivela come, secondo un processo di semplificazione visiva, l'immagine di Maria gloriosa nel cielo (via via liberata da simboli e complicazioni allegoriche) diventi nell'arte - prima che nella teologia - l'icona stessa del dogma dell'Immacolata. Riportando il nostro sguardo alla semplicità di quel cielo dove Maria appare su una falce di luna, il mondo ai suoi piedi insidiato dal serpente che lei calpesta vittoriosa: "Porrò ostilità tra te e la donna... essa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Genesi 3,15).
Un episodio particolare della vita di Maria più volte rappresentato nelle opere presenti in mostra (episodio omesso dai Vangeli canonici, ma che troviamo narrato nel protovangelo di Giacomo) è l'abbraccio dei suoi genitori, Gioacchino e Anna, davanti alla Porta d'Oro di Gerusalemme. La coppia, sterile e ormai anziana, riceve per grazia il dono di mettere al mondo la donna che Dio si era scelta fin dall'origine per essere corredentrice con Gesù (e ciò non diminuisce l'azione salvifica di Cristo, come temevano i macolisti).

Leonardo da Vinci e l'Immacolata

La mostra risulta divisa in sei sezioni: la donna dell'Apocalisse e dell'albero di Jesse, l'incontro di Gioacchino e Anna alla Porta d'Oro, la disputa sull'Immacolata Concezione, la simbologia mariana, il trionfo dell'Immacolata e infine la proclamazione del dogma.

In quest'ultima sezione, oltre ai documenti storici (la Bolla papale, gli oggetti liturigici e di culto) saranno esposti sia i cartoni degli affreschi che Pio IX fece appositamente eseguire per l'occasione dal pittore Francesco Podesti nella Sala dell'Immacolata in Vaticano, sia il modello della colonna celebrativa che lo stesso Papa fece erigere in piazza di Spagna. Sarà esposta anche un'antica versione conservata a Roma della Madonna di Guadalupe.

Grande attenzione, infine, per La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci: capolavoro che, attraverso l'interpretazione artistica che il grande genio del Rinascimento ha fatto del mistero dell'Immacolata, ancora affascina i contemporanei; e che attraverso le suggestioni dell'arte ci spinge a riconoscere nella realtà i segni del vero. Così, se il cielo sereno ci invita a sollevare lo sguardo verso Maria, stella del mattino, con fine e acuta osservazione dei moti dell'animo umano Leonardo nota: "Non volge il guardo chi a stella è fiso".