Famiglia Cristiana n° 12 - marzo 2006
ANTICIPAZIONI
I MIGLIORI ANNI DI DON GIUSSANI
L'entusiasmo contagioso del fondatore nell'ultimo volume di don Massimo Camisasca sulla storia di Comunione e Liberazione pubblicato dalla san Paolo..
Il libro che presentiamo in anteprima, a pochi giorni dall'uscita presso le edizioni san Paolo, conclude una trilogia in cui l'autore, don Massimo Camisasca - attingendo da un ricco materiale d'archivio e oltre trecento interviste - descrive il cammino del movimento di Comunione e liberazione: dopo Le origini ('54-'68) e La ripresa ('69-'76), questo terzo volume è dedicato a Il riconoscimento ('76-'84).
Nell'introduzione sua eminenza Paul Josef Cordes mette in evidenza tutto lo zelo pastorale di don Giussani per la nuova evangelizzazione; quel suo entusiasmo contagioso - la chiamava "ingenua baldanza" - che ignorava la prudenza e sfidava ogni moralismo.
è l'incontro che cambia
Stile che trovò totale corrispondenza in Giovanni Paolo II: il Papa concordava con don Giussani nella convinzione che non sono le norme che possono cambiare l'uomo, ma solo lo stupore di un incontro con un'umanità nuova. Don Giussani, del resto - come scrisse nel 2004 al papa in occasione dei 50 anni di Cl - non aveva mai inteso fondare un movimento, ma solo voler tornare agli "aspetti elementari del cristianesimo", suscitando la libertà personale.
"Quello che non crei tu non lo fa nessuno", ricorda nel 1979 agli adulti; e prosegue: "C'è una parola italiana molto bella, la parola "poesia", la cui origine greca significa "fare", "creare" Quando uno vive il sentimento del suo destino, quello che fa diventa poesia". Così il sacerdote, più che intruppare in iniziative, suscitava in chi incontrava un amore al destino, ricordando con l'amato Leopardi che la vita è rapporto con l'infinito.
è questo il segreto di tante iniziative sorte intorno a lui. Scrive Camisasca: "Voleva tenere saldamente in mano il bandolo dell'educazione di quelle persone, lasciandole poi libere di rischiare nell'azione". Don Giussani lasciava che in politica e nel sociale ciascuno giocasse sé stesso, la sua libertà e responsabilità.
Alla diffusione di Cl nel mondo è dedicato un intero capitolo in cui Giancarlo Cesana, responsabile di Cl, afferma: "è stato un fenomeno che nessuno ha previsto. Un giorno ci siamo resi conto che eravamo presenti in settanta Paesi".
Arriva Julian Carron
Nell'appendice del libro, affidata a Roberto Fontolan, sono sintetizzati gli ultimi dieci anni di movimento: Una storia che continua (1985-2005). Si va dall'incontro in Spagna tra Giussani e don Julian Carron (che sarebbe poi diventato suo successore) alla nascita di tante "opere", che a volte hanno rischiato di offuscare l'annuncio. Don Giussani allora, già malato, apre la stagione più feconda del suo carisma, approfondendo il tema dell'avvenimento e del mistero.
Le ultime pagine sono cronaca dell'anno scorso: la morte di Giussani, l'elezione del suo successore don Carron e l'udienza da Benedetto XVI: "Il nuovo papa è pieno di curiosità per la realtà di Cl: i Memores, le opere, i ciellini a Mosca, negli Usa e in Africa, i rapporti con gli ebrei e i musulmani".
Quando si scrive a un papà
"Caro don Giussani, le dico "caro", parola che non ho mai usato (...) perché dopo averla vista e ascoltata una volta, non ho potuto smettere di sentirmi amata, voluta bene (...) il mio cuore e il suo sono lo stesso" (Carmen, Messico).
è una delle 80 lettere provenienti da tutto il mondo (Uganda, Libano, America, Siberia, Cina) e raccolte nel volume Caro don Giussani (Piemme). Storie concrete e semplicissime, suscitate da un uomo che voleva la felicità degli altri uomini.