Famiglia Cristiana n° 12 - marzo 2011
LUOGHI DELLO SPIRITO
CON FONTANA E MARTINI SULLA VIA CRUCIS
Il Centro san Fedele, fondato negli anni '50 a Milano dai gesuiti (la loro prima comunità milanese risale ai tempi dell'arcivescovo san Carlo Borromeo) è sempre stato un importante riferimento culturale per i cattolici, grazie alle sue storiche riviste di recensioni di libri e film, il suo cineforum, la galleria d'arte, le iniziative teatrali e musicali.
Oggi che sono appena stati completati i restauri dell'antica chiesa di Santa Maria alla Scala in san Fedele (frequentata da Alessandro Manzoni, come ricorda la sua statua al centro della piazza), il centro culturale tanto caro ai milanesi si ripropone alla "sua" città con una "tre giorni" di iniziative culturali.
In particolare il cuore delle manifestazioni sarà la drammatizzazione dei testi inediti della Via Crucis scritta dal cardinale Carlo Maria Martini e pubblicata dalle edizioni San Paolo: Via Crucis. Dolore di Dio, storia dell'uomo (pp. 140, euro 14,00, con l'introduzione di Gianfranco Ravasi e la post-fazione di Massimo Cacciari). Due voci recitanti si alterneranno all'esecuzione di musiche di Bach, Messiaen e Stockhausen e creazioni di compositori europei (Gervasoni, Mundry, Pauet, PIleggi e Schoellhorn). Ai testi del cardinal Martini che commentano le 14 stazioni della Via Crucis si accompagnano le immagini di Nicola Samorì, ma soprattutto le formelle in terracotta realizzate da Lucio Fontana (1899-1968), uno dei grandi protagonisti dell'arte del Novecento italiano, appartenente alla corrente dell'informale, noto al grande pubblico specialmente per i suoi "buchi" e "tagli" nelle tele, che propongono alla pittura una sorta di "oltre", di terza dimensione.
E sono proprio i "tagli" di Fontana la chiave di lettura della Via Crucis recuperata dal Centro san Fedele. Infatti il segno che la stecca incide nella terracotta fresca (siamo nel 1957 e i "tagli" compariranno nelle sue tele un anno dopo) indica l'oltre-cielo, la ferita, l'altra dimensione che sta al di là dell'orizzonte del visibile, oltre la superficie del mondo e delle cose. E quando in alcune delle 14 formelle Fontana sposta questo "taglio" in basso esso diventa la cavità dell'abisso, il rovescio del cielo, gli inferi in cui Gesù sprofonda per lottare con il male e la morte e liberarci dal suo acuto pungiglione.