Famiglia Cristiana web - aprile 2013

CLASSICA DIVINA

Chi semina nelle lacrime raccoglie con gioia

In questa feria pasquale la vicenda dei discepoli di Emmaus sembra così vicina a noi e al nostro destino: abbiamo visto Gesù risorto con gli occhi della fede nella notte di Pasqua… ma poi lo abbiamo perso e ce ne andiamo tristi verso i fatti nostri… senza accorgerci che ci cammina accanto. Alla sera lo ritroviamo a tavola, a mangiare con noi. Ed ecco la gioia! Quella gioia che il nostro cuore non può contenere. Il Requiem tedesco composto da Brahms tra il 1865, anno della morte della madre, e il 1866, anno della prima esecuzione a Vienna di questo splendido oratorio, che ottenne a Johannes Brahms (Amburgo 1833 - Vienna, 1897) il suo primo grande successo internazionale. L’opera venne poi ripresa dall’autore e completata nella sua versione definitiva del 1897 che comprende ben sette movimenti e che si conclude con le parole dell’Apocalisse: Dice lo Spirito, sì vengo presto!

Il grande compositore tedesco utilizzò liberamente nella sua opera brani tratti dall’Antico e dal Nuovo Testamento per esprimere la vanità della carne (primo movimento: Poiché tutta la carne è come l’erba) ma soprattutto la gioia della resurrezione ((secondo movimento: I redenti dal Signore ritorneranno e andranno verso Sion con giubilo). È infatti soprattutto la certezza che chi muore è nel Signore (terzo movimento Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio) ad animare i Requiem tedesco. La profondità delle emozioni suscitate da Bramhs, che non si accontenta di facili sentimenti, scava nel profondo del cuore umano: l’uso della viola al posto dei violini, per esempio, concorre a comunicare un timbro caldo e intimista. Lo stesso sentimento religioso, la stessa profondità di segno ritroviamo nell’opera di un grande pittore francese, Georges Rouault (1871 –1958) che nel suo ciclo Miserere affronta lo stesso tema della vita umana come passaggio doloroso ma necessario verso la gioia; quel passaggio che si riassume nel brano del primo movimento musicato da Brahms e tratto dal salmo 125: Nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni.