Famiglia Cristiana web - aprile 2013
CLASSICA DIVINA
Un requiem che è quasi una ninna nanna
Una concezione serena della morte affiora dal Requiem del compositore francese Gabriel Faurè 1845 - 1924) scritto già nel 1887 ma la cui versione completa fu eseguita il 12 luglio 1900 all’Esposizione Mondiale di Parigi riscuotendo un immediato successo. Ecco le considerazioni dello stesso Faurè: «Ho scritto il mio Requiem senza motivo, per il piacere di farlo, se così posso dire. È stato eseguito alla Madeleine per le esequie di un parrocchiano qualunque. Si è detto che quest’opera non esprime il terrore della morte; qualcuno l’ha chiamata una berceuse funebre. Eppure è così che io sento la morte: come una lieta liberazione, un’aspirazione alla felicità dell’aldilà e non un doloroso trapasso. Può darsi che io abbia tentato di uscire dalle convenzioni, dopo tutti gli anni in cui ho accompagnato all’organo le funzioni funebri. Ho voluto fare un’altra cosa».
Le parole di Faurè sembrano quelle di un saggio pensatore che vede la morte come sonno e oppone a una visione lugubre del trapasso finale la speranza cristiana della Vita dopo la vita. Eterna naturalmente come eterna è la musica. E che fa pensare, ascoltandola, che la musica di grandi autori come Fauré sia la colonna sonora ideale per ben vivere e ben camminare verso quella vita eterna che la genialità dei musicisti anticipa già per noi oggi qui sulla terra. Ascoltiamoli.