Famiglia Cristiana n° 17 - aprile 2011
L'ULTIMA TALARE DEL PAPA
Nel santuario della Madonna d'Erbia, presso Casnigo, (Bergamo, val Seriana) si conserva, racchiusa in una teca, la veste bianca completa di mantellina che Giovanni Paolo II ha indossato fino agli ultimi giorni della sua vita.
Ma come è arrivata fin qui questa talare che ormai possiamo considerare una reliquia? Reliquia ancora più commovente in quanto ci ricorda il 30 marzo 2004 in cui l'anziano Papa sofferente la indossò, forse per l'ultima volta, per affacciarsi alla finestra del suo studio e poi rimase lì muto e impietrito come un foglio non scritto, o come quel bianco tessuto che immediatamente ci fa ricordare la storia eccezionale di chi lo ha indossato.
Il suo candore racconta tante cose. Il bianco delle montagne polacche e il bianco di Roma con i suoi marmi da cui si affacciò per la prima volta il Papa venuto dall'Est quel 16 ottobre del 197. E poi quel bianco svolazzante sotto cui si muoveva come un profeta nelle piazze del mondo, nell'attentato del 13 maggio 1981 in piazza san Pietro.
Ma come è arrivata fino a qui, nel verde delle valli bergamasche, quella bianca talare? Bisogna tornare appunto a una quarantina d'anni fa quando una coppia di bergamaschi originari di Casnigo, i coniugi Mario Franchina ed Emma Torri, si trasferiscono in Lazio, ad Aprilia, in provincia di Latina, per motivi di lavoro.
è l'estate del 1979 e Giovanni Paolo II passa per la prima volta tre mesi nella residenza di Castelgandolfo. I coniugi Franchina vengono occasionalmente a sapere dall'amico vescovo di Albano monsignor Gaetano Bonicelli (anche lui bergamasco) che la frutta che viene servita alla tavola del Papa non è un granché nonostante qui nella zona ci siano magnifici orti. Così Mario si presenta al Papa con frutta e verdura raccolta nel suo orto e in quello dei vicini: mele, pesche, ciliegie, meloni, cocomeri e uva che suor Tobiana trasforma in quelle "zuppe di frutta" - così le chiama il Papa - che a lui piace tanto consumare la mattina. E poi gli ortaggi: zucchine, melanzane e apprezzatissimi peperoni. Qualche volta il Franchina si incontra in cucina con Giovanni Paolo II che è sceso attratto dal desiderio di sgranocchiare le gustose mele del suo orto. Così i due diventano amici.
Così per molti anni, in tutto il periodo che il Papa passa nella residenza estiva, ogni martedì mattina all'alba, prima del lavoro, Mario Franchina carica il suo furgone con frutta e verdura fresca per Castelgandolfo: il meglio dal suo orto e di quello degli amici che fanno a gara per dare al Papa le loro primizie.
Alla fine di ogni estate Giovanni Paolo II chiama i coniugi Franchina a partecipare a una Messa privata di congedo. E ogni Natale, su consiglio di suora Tobiana, Mario e Emma fanno sempre arrivare al Papa qualche dono personale di cose che egli gradisce particolarmente, come certe maglie di lana per l'inverno. La famiglia Franchina intanto cresce, nascono tre figli e Giovanni Paolo II vuole essere fotografato con i piccoli in braccio.
Dopo anni di amicizia così intensa, alla morte di Giovanni Paolo II i coniugi Franchina vennero convocati dal suo segretario, monsignor Stanislao Dziwisz, per pregare accanto alla sua salma e ascoltare il racconto degli ultimi momenti della sua vita. E come dono speciale si vedono consegnare l'ultima talare che Giovanni Paolo II aveva indossato. Mario la cede in perpetuo al santuario di Casnigo al quale è molto legato, come tutti i casnighesi. In vista della beatificazione di Giovani Paolo II dal prossimo 25 aprile a domenica 1 maggio si terranno a Casnigo una serie di cerimonie, preghiere, festeggiamenti intorno alla preziosa reliquia. E con l'ultima talare sarà esposto anche lo zucchetto papale che Emma, la moglie di Mario, ha ricevuto a sua volta in dono e che ha ceduto alla parrocchiale di Gandino suo paese d'origine, due chilometri da Casnigo.