Famiglia Cristiana n° 35 - agosto 2010
IN MOSTRA A VENEZIA
IL POETA DEL FERROCEMENTO
Scelto da Paolo VI per realizzare l'aula delle Udienze papali, PierLuigi Nervi è stato un grande ingegnere e architetto in Italia e nel mondo. Da Bruxelles una mostra internazionale fa tappa a Venezia, Roma e Torino.
è suo uno dei più bei progetti - risale al 1969 - per il ponte sullo stretto di Messina. Sono sue opere che hanno disegnato il volto dell'Italia del dopoguerra. Grandi opere in calcestruzzo e ferrocemento come lo stadio di Firenze (1950), la stazione di Napoli Centrale (1954), il grattacielo Pirelli di Milano (1960), il palazzetto dello Sport (1957) e lo Stadio Flaminio (1959) di Roma, il palazzo del Lavoro a Torino (1961), il ponte Risorgimento a Verona (1968). E, sulla scia di queste opere, sono sue prestigiose commesse internazionali come la sede dell'Unesco a Parigi (1958), la torre della Borsa a Montreal (1965) e quella di Australia Square a Sidney (1967), la cattedrale St. Mary a san Francisco (1971), il Good Hope Center di Cape Town in sud Africa (1976) e la sede dell'ambasciata italiana a Brasilia (1979). Opere tra le più audaci realizzate dall'uomo, in cui arte e statica si sposano in forme di pura bellezza.
Stiamo parlando di Pierluigi Nervi (1891-1979), ingegnere italiano, tanto grande quanto dimenticato. Di lui lo storico dell'architettura Nikolaus Pesvner scrisse: "Il più geniale modellatore di cemento armato della nostra epoca". E in effetti, con la sua tecnica del ferrocemento, sottile strato di conglomerato edilizio formato da una fitta rete di armature che consente di plasmare qualsiasi forma, Nervi ha coperto i suoi enormi edifici con volte leggere e luminossisime, a onde oppure traforate come il disegno delle cellette di un alverare in cui la materia si fa luce: una bellezza strepitosa. Basterebbe alzare lo guardo verso l'enorme volta dell'aula Nervi - l'aula Paolo VI per le udienze papali - per rendersene conto.
Ma sei si eccettua quest'opera grandiosa, chi conosce in Italia PierLuigi Nervi? Così suo nipote Marco, funzionario al parlamento europeo di Bruxelles (figlio dell'ingegner Mario Nervi), in occasione dei trent'anni dalla morte del nonno ha deciso con la moglie Elisabetta Margiotta, storica dell'arte, di promuovere lo studio e la conoscenza della sua opera.
Da Bruxelles, dove si è appena conclusa, approda a Venezia la mostra PierLuigi Nervi. L'architettura come sfida (palazzo Giustinian Lolin, 29 agosto - 20 novembre) che poi si trasferirà al Maxxi di Roma (29 agosto - 20 novembre) e nel 2011 sarà a Torino, al palazzo delle Esposizioni. Da qui partirà per Londra, Stoccolma, Montreal, New York, Washington, ripercorrendo, anche geograficamente i luoghi nerviani e facendo conoscere nel mondo la poliedrica personalità di questo grande intellettuale italiano che, alla solidità dell'ingegnere, ha saputo coniugare il senso estetico dell'architetto, l'intuito dello sperimentatore di strutture statiche mai collaudate, la curiosità e l'apertura del genio. Basti pensare che PierLuigi Nervi, che per anni insegnò alla facolta di architettura di Roma, fu l'unico italiano insieme a Italo Calvino e a Umberto Eco ad essere chiamato a tenere lezioni magistrali nella prestigiosa facoltà di poesia dell'università di Harvard.
Se la sua opera più nota è certamente l'Aula Nervi, che da quasi quarant'anni (fu terminata nel 1971) sta placidamente accovacciata ai piedi della cupola di Michelangelo, ammirandola, forse non ci rendiamo conto di quale sfida rappresentò quell'impresa. Così commenta il nipote Marco: "Più che dal punto di vista tecnico e costruttivo fu una sfida terribile dal punto di vista intellettuale e morale". Ma perchè Paolo VI scelse proprio Nervi? "A mio avviso perchè si assomigliavano: il Papa aveva capito molto bene la sua personalità, occorreva una cultura e un'umiltà particolari. Mio nonno è entrato e uscito dal Vaticano in punta di piedi".
Quel confronto con la basilica di san Pietro avrebbero fatto impallidire qualsiasi ingegnere o architetto, ma non PierLuigi Nervi che, nel rinnovato clima del dopo Concilio, seppe progettare un'aula che potesse accogliere fino a a12.000 pellegrini, che non assomigliasse a una chiesa e che consentisse a ciascuno dei presentidi vedere e di essere visti dal Papa, fuoco prospettico dell'intero edificio.
Paolo VI disse a Nervi: "Vede i nostri antichi cosa hanno osato? Osi anche lei! Abbia coraggio!", E Nervi trasformò le esigenze strutturali in un'elegante architettura, i problemi tecnici come illuminazione, areazione e acustica in soluzioni estetiche di grande eleganza, realizzando una vera e propria "macchina" per l'ascolto, vestita in cemento bianco come i colori papali.
Nervi ingegnere, architetto, sperimentatore e grande intellettuale. Racconta ancora il nipote Marco: "Ci sono carteggi di mio nonno con l'ingegnere areonautico Umberto Nobile, con Arturo Toscanini, con il cancelliere tedesco Willy Brandt, con Enrico Fermi, Marc Chagall, Filippo Tommaso Marinetti; poi gli architetti Le Corbusier, Gropius, Mayer; e con Giò Ponti, con cui collaborò alla realizzazione del grattecielo Pirelli di Milano".
Ma com'era il carattere del nonno? "Lo ricordo come un uomo duro, determinato, autoritario, deciso in tutto ciò che faceva" afferma Marco Nervi; e prosegue: "Il suo fascino derivava però dal saper parlare ed esprimere in modo accattivante cose difficili. Alla fine delle sue lezioni gli studenti applaudivano regolarmente. E i suoi allievi, che abbiamo intervistato per un film di Folco Quilici che verrà proiettato alla mostra veneziana, lo ricordano come una persona di grande disponibilità e che ha cambiato la loro vita. "Mio nonno era così, trattava tutti allo stesso livello, l'ultimo dei suoi operai come il grande architetto Le Corbusier: a tutti dedicava sempre "cinque minuti" del suo tempo prezioso".