Famiglia Cristiana n° 36 - settembre 2008
BILANCIO DELLA 29ª EDIZIONE DEL MEETING DI CL
CHI HA PAURA DELLA CHIESA?
Dalla Fiera di Rimini, trasformata per una settimana in "villaggio globale della civiltà dell'amore", il cardinale Bagnasco ha ribadito la dimensione pubblica della fede.
Per una settimana (dal 24 al 30 agosto), i padiglioni della Fiera, dove si è svolto il ventinovesimo Meeting di Rimini, dal titolo "O protagonisti o nessuno", si sono trasformati in un "villaggio globale della civiltà dell'amore", dal quale, gente proveniente da ogni angolo del mondo è ripartita certa di avere incontrato altra umanità, con cui ha stabilito contatti di simpatia, affetto, reciproca stima.
E questo "miracolo di umanità" ha spiazzato le previsioni dei politologi e scompigliato i palinsesti televisivi, con una raffica di testimonianze in cui il cristianesimo vince la sfida della modernità e si confronta con i temi più drammatici dell'oggi, dalla crisi internazionale della Georgia alle persecuzioni dei cristiani in India.
Dal Meeting è, poi, riecheggiato un altro messaggio forte: il legame tra il cristianesimo e la storia, della quale la Chiesa, ieri e oggi, è stata e vuole restare protagonista. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha così rivendicato il ruolo pubblico della fede: -Oggi, come in altri periodi della storia, si vuole che la Chiesa rimanga in chiesa. Il culto e la carità sono apprezzati anche dalla mentalità laicista: in fondo - si pensa - la preghiera non fa male a nessuno e la carità fa bene a tutti. In altri termini, si vorrebbe negare la dimensione pubblica della fede, concedendone la possibilità nel privato".
La speranza oltre le sbarre
Le parole di Bagnasco si sono rivelate la trama dei 126 incontri che hanno scandito la settimana riminese, e delle tante storie, del presente e del passato, che il Meeting ha saputo raccontare con straordinaria efficacia. Come la mostra "La primavera impossibile. Praga 1968", a quarant'anni dall'invasione sovietica della Cecoslovacchia, o quella "Vivere senza menzogna. Solzenicyn", dedicata al grande pensatore russo, morto lo scorso 4 agosto. Storie che si incrociano, si intrecciano con le nostre storie di tutti i giorni. Storie di italiani alle prese con i piccoli o grandi guai di un Paese cattolico di nome, ma che spesso volta le spalle al cristianesimo; o lo irride, come ha sottolineato monsignor Rino Fisichella nell'incontro "Chiesa e modernità: il dialogo necessario".
Il cristianesimo è, invece, la risposta più umana, e porta la speranza persino nella solitudine e nella disperazione del carcere. Migliaia di ospiti hanno così visitato la mostra "Libertà va cercando, ch'è sì cara. Vigilando redimere": passate le sbarre di una vera prigione, ci si immerge, anche fisicamente, attraverso la lunga prospettiva fotografica di un carcere italiano, nel mondo dei detenuti. Per scoprire che "detenzione" può ancora, davvero, fare rima con "redenzione". Carcerati e agenti penitenziari, eccezionalmente presenti al Meeting per sette giorni, fianco a fianco, hanno accolto i visitatori commossi, presentando i prodotti dolciari della cooperativa Giotto di Padova.
Uomini condannati all'ergastolo hanno dichiarato che, in carcere, aspettano volentieri il lunedì, per ricominciare il lavoro: perché lavorare fa sentire più liberi. E hanno detto anche che, dopo la bella esperienza di solidarietà e amicizia fatta in questi giorni al Meeting, non vedono l'ora di ritornare in carcere per raccontarla ai loro compagni. Voglia di tornare in carcere, voglia di lavorare. Roba da matti. O il miracolo del cristianesimo.
Un'umanità nuova che - controcorrente rispetto al pensiero dominante - è fatta di impegno, abnegazione, sacrificio. Ma per essere più felici. Come testimonia l'esercito di oltre 3mila volontari che hanno dedicato le loro vacanze d'agosto a "costruire" il Meeting: prima dell'apertura con martello, pennelli, viti, colla, chiodi, fili elettrici, sudore. Poi, durante il Meeting, pulendo, servendo a tavola, facendo il servizio d'ordine. Autofinanziandosi, per pagarsi vitto e alloggio. Per costruire una "cattedrale dell'umanità nuova", in cui sono passate 700mila persone, e tra loro esponenti di spicco delle varie Chiese e religioni: dall'arcivescovo cattolico di Mosca, monsignor Paolo Pezzi, al vicario apostolico dell'Arabia Saudita, monsignor Paul Hinder; dal cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ad Amre Moussa, segretario generale della Lega araba; dagli anglicani Hauerwas e Milbank agli ortodossi Mescrinov e Pulujnov; dal buddhista Hasbukawea all'ebreo Weller.
La ragione, facoltà del vero
E ora si guarda al futuro. Il tema del prossimo Meeting, quello del 2009 - il trentesimo nella storia di questa manifestazione -, sarà: "La conoscenza è sempre un avvenimento", perché, come ha ricordato ancora il cardinale Bagnasco: -Oggi, il popolo di Dio è chiamato a partecipare alla storia umana anche con la difesa della ragione. Il relativismo, che il Papa definisce come un tarlo della società e della storia occidentale, richiede la luce della ragione, intesa come la facoltà del vero".