Famiglia Cristiana n° 42 - ottobre 2009

SPECIALE ARTE

CARAVAGGIO-BACON UN SOLO GRIDO DI CARNE

Arduo ma stimolante il confronto proposto alla Galleria Borghese di Roma: ancorato alla salvezza il maestro, disperato e nichilista l'artista del '900.

A quattrocento anni dalla morte di Caravaggio (1571-1610) e a cent'anni dalla nascita di Francis Bacon (1909-1992), che cos'hanno in comune questi due artisti così distanti tra loro nel tempo e nello stile, messi audacemente a confronto in una mostra alla Galleria Borghese? Ancorato alla salvezza cristiana Caravaggio. Disperato, trasgressivo e nichilista Bacon. Il confronto risulta arduo anche se, certamente, i due hanno in comune il grido che sprigiona dalle loro opere; un grido fatto di carne e sangue e che, a tre secoli di distanza, ha scandalizzato in modo diverso gli uomini del loro tempo.
Oggi Caravaggio è di casa a Roma. Bacon no. Alle sei godibilissime tele del grandissimo pittore lombardo esposte permanentemente alla Galleria Borghese se ne aggiungono altre "magnifiche quattro" provenienti dalla chiesa romana di Santa Maria del Popolo (Conversione di Paolo, cappella Cerasi), da Firenze (Palazzo Pitti, Cavaliere di Malta), da Napoli (Martirio sant'Orsola) e dal Metropolitan Museum di New York (Negazione di Pietro).
La vera novità della mostra sarà dunque la presenza del pittore irlandese Francis Bacon, con sedici opere provenienti da Londra, Oslo, Sydney. Bacon sarà un ospite scomodo per la Galleria Borghese - tempio dell'arte -, data la scabrosità dei suoi dipinti che non rientrano all'apparenza nella categoria del bello. Eppure degne del termine arte, come scrive Emilio Tadini: "Ma dietro la figura di questo orrore - che in qualche modo rende visibile ai nostri occhi la forma del Niente così come un albero agitato rende visibile ai nostri occhi la forma del vento che lo agita - viene avanti l'immagine della bellezza. Si ha quasi paura, qui, a usare questa parola. Ma con quale altro nome potremmo chiamarla, la figura che, nel momento stesso in cui davanti a un dipinto di Bacon stiamo per cedere all'orrore, ci appare e ci prende, ci sostiene".
Se i volti di Caravaggio, nel loro autobiografico dolore, si aprono alla luce che irrompe nel buio totale del quadro, in Bacon i fondali geometrizzanti che ricordano una scatola ottica o un palco si "aprono" su una finestra buia che fa da fondale, davanti a cui giacciono corpi distesi di uomini in una luce fredda e artificiale, impietosa, eppure da grande colorista; corpi distesi come sul lettino di uno psicanalista, o sul tavolo di un obitorio, pronti per essere vivisezionati dal pittore.
La dissacrazione e la scarnificazione che Bacon opera sulla realtà della figura umana è un atto di fede a rovescio sull'impossibilità di una salvezza, ma è anche una atto di verità e di denuncia rispetto alla realtà borghese del suo tempo.
Scrive Luigi Ficacci, uno tra i massimi esperti di Bacon: "La pittura, nella sua essenza sintetica di invenzione e esecuzione, è per Caravaggio la più umana e disperata ricerca della salvazione. Forse è la carnalità esistenziale del lavoro pittorico una delle grandi e segrete connessioni che emergono dall'accostamento a Bacon. La pittura di Bacon, va a penetrare quel miscuglio di violenza, di angoscia, di ansia del sacro, di desiderio, di disperazione, di degrado, di ricerca d'amore, di abiezione animale che è la materia propria dell'uomo moderno e rivela come questa sia necessariamente la materia costitutiva della bellezza".
Caravaggio e Bacon: due urla, due invocazioni, due gridi. Lo scandalo di Caravaggio, assorbito dai secoli, ne ha fatto un genio riconosciuto oggi in tutta la sua grandezza. Francis Bacon invece è un artista ancora tutto da esplorare: la fortuna e la popolarità della sua opera dipendono anche da questa mostra e da questo difficile, arduo "confronto" con Caravaggio, uno dei più grandi artisti di tutti i tempi.

CARAVAGGIO - BACON
Roma - Galleria Borghese
02 ottobre - 24 gennaio 2010
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