Famiglia Cristiana n° 46 - novembre 2010
ARTE E FEDE
LA SISTINA DI MILANO
Un restauro di 25 anni per restituire a Milano quel capolavoro che è la chiesa di San Maurizio. E un itinerario archeologico alla scoperta della città romana e cristiana.
Nel cuore di Milano - cinque minuti a piedi dall'Università Cattolica, una decina dal Castello Sforzesco e altrettanti da piazza del Duomo - si affaccia su corso Magenta la chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, gioiello dimenticato della pittura lombarda del '500. Dimenticato ma non troppo, se si pensa che sotto le sue volte, splendide e appena restaurate, per trent'anni si è svolta l'apprezzatissima serie di concerti intitolata Musica e poesia a San Maurizio.
Dimenticato ma non troppo se già durante i restauri - realizzati da Paola Zanolini e dalla sua équipe - la chiesa è rimasta aperta grazie alla presenza costante dei volontari del Touring, che hanno accolto una media di 70 mila visitatori all'anno. Si pensi che a ponteggi smontati, nel solo agosto scorso si è avuto un'imprevedibile afflusso di oltre 6 mila visite.
Musica e poesia sono il motivo dominante di San Maurizio. L'interno è interamente ricoperto di affreschi che ti avvolgono e ti trasportano nella Milano degli Sforza, nei costumi, nei volti, nelle acconciature e nei ritratti della nobiltà del '500, personaggi che danno vita a una liturgia insieme sacra e profana. I committenti-donatori, la coppia Ippolita Sforza e Alessandro Bentivoglio, si mischiano devoti alla folla dei santi, agli episodi evangelici e c'è persino una Bentivoglio suora e abbadessa del convento che assiste alla deposizione di Gesù accanto a una Maddalena vestita di broccato.
La chiesa è collegata al Monastero benedettino più grande di Milano - da qui il nome di Monastero Maggiore - ed è divisa in due da una parete: di qua le nobili famiglie milanesi ascoltavano la Messa, mentre le monache partecipavano nascoste dall'altra parte, nel coro ligneo cinquecentesco oggi ancora perfettamente conservato.
E proprio nella parte del coro è iniziato il restauro delle ante dipinte dell'organo Antegnati, così chiamato dal nome del famoso, eccellente organaro bresciano che a metà del '500, dopo quello di San Maurizio, realizzò per Milano il grande organo del Duomo e quello della basilica di San Simpliciano.
Così nella prossima stagione di concerti, nella primavera del 2011, sotto le volte di San Maurizio con le sue straordinarie note (vengono a suonarlo persino dal Giappone per l'unicità delle sue qualità timbriche), risplenderà anche la sua bellezza estetica e tutta san Maurizio si animerà dalla splendida coreografia degli affreschi alla fuga di archi e finestre che si inseguono in alto, sul loggiato del matroneo, decorato a fregi, medaglioni, finte aperture che si spalancano su cieli dipinti adorni di fiori.
La musica (anche quella provvisoria che oggi esce da un iPod nascosto da un volontario del Touring dietro il coro) è l'elemento unificante di questo splendido esempio di pittura lombarda che porta la firma di un seguace di Leonardo da Vinci: Bernardino Luini. E nei volti, nella luce e nello sfumato c'è tutta la lezione del grande Leonardo che a pochi passi da qui, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, nel famoso Cenacolo (il refettorio dei domenicani) realizzò l'Ultima Cena.
Davanti a tutta questa ricchezza di colore, non c'è centimetro quadrato di intonaco, neppure il più nascosto, che non sia stato affrescata, Milano può ben dire di avere ritrovato in San Maurizio la sua "piccola", meravigliosa Sistina. Diecimila metri quadrati di affreschi con scene evangeliche, i momenti salienti del martirio di san Maurizio e, dappertutto, figure di santi, piccole scene bibliche in monocromo, scritte in latino e le insegne delle nobili famiglie cui sono dedicate le cappelle laterali: i potenti Bentivoglio, donatori della chiesa e onnipresenti; e poi i Besozzi, Carreto, Simonetta e Bergamina.
è il fascino di San Maurizio, religioso e laico, borghese e spirituale insieme. Esprime la pietà dell'epoca, soprattutto legate alla Passione di Gesù. Nella struttura della chiesa, pochi anni dopo la sua realizzazione, si è fatta poi sentire la mano di san Carlo Borromeo, che fece ridurre l'apertura troppo ampia che si trovava al centro della parete che divide il coro delle monache dai fedeli; troppo ampia per la clausura e quindi fatta ridurre alla semplice grata che ancora oggi vediamo. Il santo vescovo milanese fece anche rialzare l'altare per consentire alle suore di vedere il sacerdote durante la celebrazione della Messa, ma non i fedeli; le religiose poi ricevevano la comunione da una piccola finestra laterale detta "comunichino".
Il monastero cinquecentesco era molto grande, e dobbiamo immaginarcelo esteso con i suoi orti fino all'attuale via Vigna; oggi si riduce a due chiostri adibiti a sede del Museo archeologico, mentre un terzo rimane tagliato fuori dalla via Bernadino Luini. Nei chiostri due torri - una quadrata corrispondente al campanile di San Maurizio e l'altra alla torre di Ansperto (vescovo milanese) - sorgono sui resti delle antiche mura romane. Dalla torre quadrata detta "del Circo" partivano le corse dei cavalli che si svolgevano nell'ippodromo, che si estendeva da qui all'attuale via Circo.
San Maurizio rappresenta quindi il punto di partenza per scoprire i monumenti di una Milano romana (Mediolanum) di cui molti ignorano l'esistenza. Milano, come ogni città che si rispetti del grande Impero romano, aveva infatti il suo Circo, l'Anfiteatro (i resti in via de Amicis), il Palazzo imperiale (piazza degli Affari), il Foro (piazza San Sepolcro) e persino il Granaio, il Mausoleo imperiale (oggi i resti di San Vittore al Corpo) e le Terme. Di tutti questi monumenti oggi resta ben poco, ma sarà una sorpresa localizzarli sul grande modello in legno che si trova proprio qui accanto a San Maurizio, nel Museo archeologico. E poi partire da qui per andarli a scoprire in un percorso che comprende la Milano romana e la Milano cristiana delle grandi basiliche che sorgevano sulle direttrici delle antiche vie consolari: Sant'Ambrogio (basilica martyrum), San Simpliciano (basilica virginum), San Nazaro in Brolo (basilica apostolorum), San Lorenzo. E infine, sotto il Duomo, scoprire ciò che resta del battistero di San Giovani alle Fonti, dove Ambrogio battezzò Agostino. Compiendo così un lungo viaggio nel tempo in una città che non mostra subito la sua bellezza. Una bellezza che, come nel caso della chiesa di San Maurizio, da oggi non ci si può più permettere di ignorare.
ITINERARIO A PIEDI PER CONOSCERE LA MILANO ROMANA E CRISTIANA
L'arcidiocesi di Milano, il Comune e il Touring Club Italiano propongono, attraverso una grande cartina disponibile presso le principali basiliche milanesi (Duomo, San Nazaro, San Lorenzo, Sant'Eustorgio, Sant'Ambrogio, San Vittore, San Simpliciano e la chiesa di San Sepolcro collegata alla Biblioteca Ambrosiana) un itinerario archeologico a piedi in 14 tappe con l'indicazione del tempo necessario a percorrere ciascun tratto.
Museo Archeologico di Milano, corso Magenta 15.
tel. 02-86450011, www.comune.milano.it/museoarcheologico
APERTO GRAZIE AI VOLONTARI
La chiesa di San Maurizio fa parte di una serie di sei luoghi di insospettata bellezza che si nascondono nella caotica Milano e che solo grazie alla presenza dei volontari del Touring, che li tengono aperti, è possibile visitare. Eccoli: San Maurizio, Sant'Antonio, parco dell'Anfiteatro e Antiquarium (tel. 02/89.40.05.55), Museo studio Francesco Messina, Casa Museo Boschi Di Stefano, Cripta San Giovanni in Conca.
Per info: www.touringclub.it