Famiglia Cristiana n° 48 - novembre 2011
LA CONTEMPORANEITÀ DI CRISTO
Sei artisti d'oggi hanno illustrato il nuovo Evangeliario ambrosiano, donato alla diocesi di Milano dai cardinali Scola e Tettamanzi. Una mostra lo confronta con i preziosi capolavori del passato.
Tutti ricordano con commozione il libro del Vangelo con la copertina rossa sfogliato dal vento sulla bara di Giovanni Paolo II. Si trattava dell'evangeliario di Paolo VI che in questi giorni è esposto a Milano, a Palazzo Reale, accanto a due antichissime e preziose legature di evangeliari storici, quello della regina longobarda Teodolinda del VI secolo e quello del vescovo milanese Ariberto d'Intimiano dell'XI secolo. Questi reperti introducono la presentazione dei fogli del nuovo Evangeliario ambrosiano illustrato da sei artisti contemporanei: Mimmo Paladino, Nicola Samorì, Giovanni Chiaramonte, Nicola De Maria, Ettore Spalletti e Nicola Villa.
Il confronto tra queste opere antiche, ricche di gemme e oro, contrasta certamente con la povertà di materiali usati per esempio per la custodia del nuovo evangeliario, ideata da un artista affermato come Mimmo Paladino, ma che rende però questo Vangelo più attuale, vicino alla nostra quotidianità.
Il nuovo Evangeliario è stato voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi che, affidando a sei artisti l'illustrazione della Parola di Dio (i Vangeli delle domeniche e delle feste dell'anno liturgico) ha inteso continuare con lungimiranza quel dialogo della Chiesa con gli artisti contemporanei iniziato proprio da Paolo VI e proseguito con Giovanni Paolo II.
Così quel vento che soffiava sulle pagine del Vangelo alle esequie del beato Giovanni Paolo II soffia ancora ed è con stupore che ci ritroviamo davanti ai grandi fogli esposti fino all'11 dicembre a Palazzo Reale nella mostra "La Bellezza della parola". Vengono in mente le parole dell'Apocalisse: "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" (Ap. 21,5). Quando la mostra sarà finita quei fogli verranno rilegati a formare il prezioso volume che sarà utilizzato in Duomo, a partire dal prossimo Natale, per le celebrazioni festive: il nuovo Evangeliario verrà incensato, innalzato sui fedeli, baciato dal sacerdote prima della proclamazione della Parola. Riprodotto a stampa, verrà poi distribuito nelle parrocchie della diocesi milanese per l'utilizzo domenicale.
Di fronte alle immagini a volte "povere"di questi artisti può nascere il dubbio: sarà vera arte, sarà adatta a un compito così alto? L'arte contemporanea può sembrare da un lato troppo "facile", dall'altro risultare difficile da capire. Ma ogni artista è interprete sensibile delle inquietudini della propria epoca, ne sottolinea limiti e incertezze. Eppure, come dimostrano queste opere, l'arte sa mantenere aperta la categoria della possibilità e del Mistero. Quindi della speranza. E soprattutto sa aprire a quel desiderio di infinito di cui è fatto il cuore di ogni uomo.
Il foglio con l'episodio della Trasfigurazione, per esempio, interpretato da Nicola De Maria attraverso croci, fiori e nuvole, esprime nella sua semplicità una gioia che sarebbe intraducibile a parole. E l'immagine spruzzata d'oro di Cristo che nasce di Nicola Samorì emoziona più dei dipinti del Seicento da cui il giovane artista forlivese ha preso spunto per le sue opere fatte di macchie, graffi, sbavature.
Sono illuminanti al proposito le parole del cardinale Angelo Scola: "Il percorso della mostra, coniugando la preziosità e l'imprescindibile eredità della tradizione con la provocazione del presente, ci rimette davanti agli occhi uno dei "fondamentali" della nostra fede, quello che Kierkegaard definisce l'unica situazione in cui l'uomo può trovarsi nei confronti di Cristo: la contemporaneità".
Ed è proprio questa contemporaneità che entusiasma: immagini e testo interagiscono tra loro come se la Parola fosse detta, pronunciata e letta oggi, in un contesto contemporaneo. In questo esperimento vince da una parte la Chiesa che ha avuto il coraggio di scommettere sugli artisti contemporanei; e dall'altro vincono gli artisti che hanno avuto il coraggio di accettare la sfida. Dando il meglio di sé questi sei artisti ci hanno mostrato come l'animo umano sia naturalmente religioso, forse anche naturalmente cristiano.