Credere n° 10 - giugno 2013
LA BELLEZZA CI SALVERÀ
I MIRACOLI DI ANTONIO DA PADOVA
Dal "Santo" la pace in famiglia
La cosiddetta Scoletta del Santo, sede della confraternita di sant’Antonio, è un edificio a due piani affacciato sulla piazza della basilica dedicata a sant’Antonio a Padova. Nella sala capitolare, al primo piano, si conservano tre affreschi realizzati da un Tiziano Vecellio poco più che trentenne e che raccontano alcuni miracoli della vita di Antonio: qui il santo riattacca il piede a un giovane che si era amputato per autopunirsi dopo un litigio con la madre; lì un marito geloso pugnale la moglie ritenuta infedele e poi, pentito, si rivolge al santo che la riporta in vita; là un neonato si mette a parlare e dichiara al padre di essere suo figlio, scagionando la donna accusata dal marito di adulterio. Antonio dice al neonato: «Ti scongiuro in nome di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, nato dalla Vergine Maria, di dirmi a voce chiara, così che tutti sentano, chi è tuo padre» Il piccolo, come fosse un ragazzo già capace di capire e parlare, guardando il padre risponde: «Ecco, questo e mio padre!». E il santo al marito: «Prendi tuo figlio e ama tua moglie, che è donna fedele e merita tutta la tua stima». Queste storie di riconciliazione familiare ci dicono come a quei tempi, come oggi, la pace familiare fosse uno dei beni più preziosi tanto da richiedere l’intervento di un santo.
IL MARITO GELOSO
Vestito di porpora ed ermellino e con al collo una preziosa collana d’oro, elementi che dicono la sua appartiene a una nobile famiglia, quella ferrarese degli Obizzi. L’uomo si stringe nel suo mantello: non vuole toccare il neonato che ritiene frutto di adulterio. Accanto a lui la giovane e bella sposa, imbarazzata per le accuse di infedeltà mossegli dal marito.
IL NEONATO “PARLANTE”
Il piccolo e paffuto neonato, sollevato tra le braccia di un frate inginocchiato prodigiosamente si mette a parlare inginocchiato mentre Antonio, in piedi accanto a lui, lo tiene per un braccino; lo sguardo del santo si volge misericordioso verso la giovane coppia che, dopo il miracolo, ritroverà la pace e l’affetto familiare.
IL PRODIGIO
La mamma del bambino, sontuosamente vestita di un manto rosso con bordo e nappe di color verde è ritratta da Tiziano di profilo: ciò mette in risalto il suo grazioso nasino all’insù e la bionda capigliatura fermata da un velo rosa ricamato; la donna è seguita dalle sue dame di compagnia.
LA GIOVENTÙ ALLA MODA DI FERRARA
Alla ricca veste rossa della mamma del neonato Tiziano contrappone il bianco luminoso della cappa svolazzante del giovane di spalle con calzamaglia a strisce giallo-osse che commenta l’accaduto con un altro giovane dallo sgargiante giustacuore color arancio e dai lunghi capelli biondi.
Biografia dell'autore
Tiziano Vecellio, nato a Pieve di Cadore tra il 1480 e il 1485 è stato il pittore più noto e stimato di tutto il Cinquecento. Ha conquistato le corti italiane (Urbino, Roma, Firenze, la sua Venezia) ed europee: fu infatti pittore ufficiale dell’imperatore Carlo V e di suo figlio Filippo II. Morì il 27 agosto del 1576 e fu sepolto a Venezia nella chiesa di Santa Maria dei Frari.