Credere n° 12 - giugno 2013
LA BELLEZZA CI SALVERÀ
UN UOMO MANDATO DA DIO IL CUI NOME ERA GIOVANNI
I misteri della vita del Battista
L’artista trasforma la facciata di una cattedrale gotica, con i tre portali aperti le sue navate, nella ricca scenografia di un teatro dove vanno in scena alcuni momenti della vita di Giovanni Battista così come è descritta da Luca (cap. 1 e 3) e Marco (cap. 6). Ciascuna tavola del trittico, attraverso la profondità prospettica delle tre navate, rappresenta una specie di macchina del tempo dove avvengono episodi che appartengono a tempi diversi ma che la finzione prospettica fotografa in una stupefacente contemporaneità. A destra la nascita del Battista: la madre Elisabetta lo tiene tra la braccia mentre il padre, il sacerdote Zaccaria, rimasto muto per non aver creduto alle parole dell’angelo scrive su un foglio il nome del figlio che gli è stato rivelato: si chiamerà Giovanni. Il portale centrale si apre su un paesaggio fluviale: nel cielo campeggia Dio Padre e in primo piano Giovanni battezza Gesù nel Giordano assistito da un angelo. Nella scena di sinistra la decapitazione del Battista davanti a Salomè, figlia di Erodiade, moglie del fratello di Erode e che il re tiene come concubina nonostante i rimproveri del Battista la cui testa sullo fondo viene consegnata al re.
LETTO A BALDACCHINO
Siamo in un tipico interno fiammingo con soffitto a cassettoni; la luce entra da una finestra e illumina il letto dove la puerpera Elisabetta riposa mentre un’ancella le riassetta le lenzuola; sullo sfondo si apre una porta che conduce all’esterno dove una seconda ancella accoglie un’ospite venuta a visitare la padrona.
I GENITORI DI GIOVANNI
In primo piano Gioacchino vestito come un ricco mercante del nord Europa scrive il nome del figlio Giovanni che la moglie davanti a lui tiene in braccio: Elisabetta secondo il racconto evangelico dovrebbe essere già avanti negli anni, invece qui è presentata come una giovane e bella donna dai capelli sciolti e fluenti e con in capo un’aureola.
PIETRO E PAOLO
Le sagome degli apostoli Pietro (a sinistra) e Paolo (a destra) affiancano Maria e dialogano con lei; soprattutto Pietro, con il manto di un bel giallo cromo, è messo in relazione con Maria, madre della Chiesa, colonna e fondamento di verità.
IL BATTESIMO DI GESÙ
A sinistra Giovanni Battista rivestito di un mantello rosso che prelude al suo martirio battezza il cugino Gesù nelle acque del fiume Giordano mentre a destra un angelo si prepara a coprire il Messia con un manto azzurro che tiene tra le mani.
Il ROVETO ARDENTE
In una mandorla infuocata che ricorda il roveto ardente in cui Mosè vide la gloria di Dio, ma che rappresenta anche il carro di fuoco del profeta Elia (Giovanni era considerato il nuovo Elia) Dio Padre benedice e si compiace nel Figlio che riceve così un battesimo di acqua dal basso e di fuoco dall’alto, battesimo di Spirito Santo.
ERBE OFFICINALI
Il gusto tutto nordico e fiammingo per la natura e i particolari ha spinto Rogier van der Weyden a far crescere tra le pietre, sulla soglia del suo trittico-cattedrale, alcune erbe che sembrano appena uscite da un trattato di botanica: è un’indicazione per ricordare come la storia sacra si sviluppi nella concretezza della realtà, nel tempo e nello spazio quotidiano.
DUE TESTIMONI
Il servo che ha appena decapitato il Battista gira la testa disgustato, forse attratto da una piccola scultura di apostolo o profeta sull’intradosso dell’arco; anche Salomè, davanti alla macabra visione, si volta con raccapriccio; ma è stata la sua avvenente bellezza la causa dell’ingiusta esecuzione.
LE SCULTURE GOTICHE
Il pittore ha senz’altro voluto creare un rapporto tra le sculture degli apostoli e dei profeti sui tre archivolti e le scene rappresentate sui portali: così dietro a san Giovanni Battista vediamo l’apostolo e martire Andrea con la croce a X; dietro ad Elisabetta la scultura del Battista che indica l’Agnello Gesù al centro della croce.
LA PIAZZA
Dietro al servo che ha appena decapitato Giovanni Battista si intravede uno scorcio gotico della piazza su cui si affaccia il lato sud della cattedrale, a indicare come i misteri di cui si fa memoria attraverso la liturgia vengano idealmente contemplati dai contemporanei del pittore, ritratti in atteggiamento di ascolto fuori e dentro l’edificio.
Biografia dell'autore
Rogier Van der Weyden (1400 circa -1464) fa parte della grande scuola di pittori fiamminghi del Quattrocento come Robert Campin e Jan van Eyck che influenzarono molti artisti italiani tra cui Antonello da Messina. Van der Weyden fu pittore ufficiale alla corte di Bruxelles. Grande ideatore di storie e iconografie sacre, lavorò anche in Italia, alla corte di Ferrara, visitò Firenze e nel 1450 Roma per il giubileo.