Jesus n° 09- settembre 2012
CRISI DELL’ARTE, CRISI DELL’UOMO
«È stata l’incarnazione del figlio di Dio a inaugurare una nuova economia delle immagini». A partire da quanto dice il Catechismo si capisce non solo il ruolo fondamentale che l’arte ha avuto per la crescita e la diffusione della fede cristiana in Europa ma, in senso inverso, quale impulso e contributo creativo positivo, inimmaginabile altrove, abbia ricevuto l’arte europea dal cristianesimo.
Il libro affronta domande e riflessioni attualissime e fondamentali del tipo: cosa sia arte oggi e cosa non lo sia; cosa si possa considerare arte sacra. Ne nasce una visione del percorso bi-millennario dell’arte cattolica che ha, come nel processo di istillazione della grappa, una testa, una coda e un cuore.
Il cuore va dalla fine del Medioevo al barocco, da Giotto a Caravaggio. La testa sono le icone bizantine, pre-arte destinata al culto. La coda è la post-arte contemporanea destinata al consumo. Oggi la pop art ha sostituito all’opera d’arte l’oggetto e alle tre categorie del bello, buono e vero le figure fin troppo umane del mercante, del critico e dell’artista. Oggi l’icona diventa feticcio e l’arte contemporanea perde il filo che a lega alla realtà, alla filosofia e alla storia.
Seguono alcuni capitoli dedicati ad altrettanti “Discorsi” sul tema della luce, del corpo, della bellezza. Si parla di morte della luce e di una sete di luce che, come fenomeno di ritorno, si realizza nei palazzi di cristallo e nell’illuminare la notte tipica dell’uomo contemporaneo che esprime così la sua sete di luce.
Citando Ratzinger, l’autore ricorda che «il diluvio di immagini che ci circondano significa al tempo stesso la fine dell’immagine». Al culto delle immagini si sostituisce oggi il culto della parola anche nelle chiese, dove al loro posto vi sono scritte che, pur tratte dai Vangeli, si riducono a slogan, headline, titoli di giornale.
Rodolfo Papa
DISCORSI SULL’ARTE SACRA
Cantagalli, 2012, pp. 248, €17