Imitazione di Cristo
Il soffio dello Spirito - Ed. Mimep Docete
Questo piccolo libro ha avuto nei secoli un numero infinito di edizioni e traduzioni dall’originale latino “De imitatione Christi”. Esso può essere considerato il testo cristiano più letto, dopo il Vangelo, tanto da essere definito “un secondo Vangelo” e “il più sublime libro religioso del Medio Evo”. Sulle sue pagine si sono formate schiere di santi, da sant’Ignazio di Loyola a san Carlo Borromeo, da santa Teresa d’Avila a santa Teresa di Lisieux, dal beato Giuseppe Cottolengo a san Giovanni Bosco. La sua lettura è stata raccomandata da vari papi, da san Pio V a san Pio X, da Pio XI a san Giovanni XXIII. L’autore dell’”Imitazione” resta sconosciuto anche se alcuni fanno il nome del monaco agostiniano Tommaso di Kempis (1380-1470) o di altri autori vissuti tra il XIII e il XIV secolo. “L’imitazione di Cristo”, così come la conosciamo, potrebbe essere stata trascritta da autori ignoti e tramandata così fino ai nostri giorni. Naturalmente lo stile e l’impostazione generale riflettono l’epoca in cui è nata (XII-XIII secolo) ma non è da questo punto di vista che dobbiamo considerarla, quanto nella sua sostanza, immutabile nel tempo, adattabile alle circostanze presenti e anche future.
L’opera è strutturata in un percorso spirituale diviso in quattro tappe in cui il fedele e il suo Signore si confrontano in un dialogo serrato sui grandi temi della vita cristiana. Il primo libro invita il fedele a perseguire la vera umiltà attraverso il disprezzo di se stesso e del mondo. Nel secondo libro l’itinerario del fedele parte dalla conoscenza del proprio io e conduce al distacco da sé, fino alla sottomissione alla volontà altrui. Lo scopo è diventare “familiari” a Gesù, abbracciare la Sua croce, giungere alla Sua gloria.
Il terzo libro si dilata in ampiezza e profondità conducendo il fedele alla “consolazione interiore”: nel silenzio d’ogni voce e d’ogni gioia umana si impara ad ascoltare il “sussurro della voce divina” fino allo stato beato in cui l’anima conversa con Dio.
Il quarto libro è dedicato all’Eucarestia in cui l’unione del fedele con Gesù avviene non solo spiritualmente ma anche fisicamente. Quest’ultimo libro è un ottima guida per accostarsi convenientemente alla Santa Comunione, raccogliendo tutti i frutti spirituali. Nel testo si parla di Eucarestia e Sacra Scrittura, un legame attualissimo, imprescindibile falla sensibilità odierna: nutrirsi insieme, durante la Messa, alla mensa della Parola e alla mensa del Sacrificio. Uno degli ultimi capitoletti del quarto libro curiosamente si intitola così: “L’uomo non si ponga con animo curioso ad indagare intorno al Sacramento, ma si faccia umile imitatore di Cristo e sottometta i suoi sensi alla Santa Sede”. Imitazione di Cristo e obbedienza allla Chiesa. Qui l’ignoto autore dell’” Imitazione di Cristo” raggiunge una perfetta sintesi tra Sacramento e unità della Chiesa. Nel particolare (il sacramento) il fedele si unisce all’universale (la Chiesa). Così l’anima incontra la Sposa, mistico corpo di Cristo e si unisce a lei in modo pieno, completo e perfetto. Lo scopo dell’Imitazione è raggiunto.