Tu prima di Abramo (Gv 8,31-59)
(terza di Quaresima)
Le pietre di Gerusalemme minacciano
Quel Corpo temprato dal duplice
Battesimo d’acqua e di fuoco
Tentato dal diavolo di trasformare le pietre in grano
Ora è minacciato da una pioggia di pietre
Scartate dalla costruzione del Tempio
Che è il suo Corpo – pietre lasciate lì negli angoli
Pronte a seppellire prostitute e adulteri
Peccati e peccatori
Da queste pietre ammucchiate il figlio dell’Uomo
Può trarre nuovi figli di Abramo
Numerosi come le stelle del cielo
Ma i vecchi figli di Abramo hanno per padre il diavolo
Omicida fin dall’inizio e lo vogliono morto
Gli scagliano contro le pietre che uccidono
Dei loro pensieri impazziti
Meteoriti che vengono da lontano a seppellire
Anzitempo quel Suo corpo venuto da lontano
Dal sonno di millenni prima di Abramo
Oggi nelle vene dei polsi dei Giudei
Come torrenti impetuosi
Scorrono pensieri di morte
Ebrei musulmani cristiani
Una generazione di figli promessi
Da Dio al padre Abramo
E ora qui c’è uno che è molto più di Abramo
Uno che dal deserto col palmo della mano
Può far nascere figli
Abramo guarda le stelle del cielo
Un’intera generazione più numerosa delle stelle
E della polvere del mare
Che ora i farisei ti gettano negli occhi
Ma Tu ti nascondi – nascondi il Tuo volto alla sabbia
Esci dal Tempio come un giovane pastore
Cammelliere errante beduino nella notte
Condurrai il Tuo gregge alla Scala Santa della croce
Tesa come un arco al cielo
E davanti al roveto come Mosè
Ti toglierai i calzari
Ti chinerai ad adorare il Padre
Infine salirai a lavare i peccati
Aprendo le braccia tra la terra e il cielo
Nel silenzio del Golgota mentre il seno di Abramo
Si colmerà dei Tuoi figli redenti