Agliate presepe vivente
Mano per mano noi saliremo
Sulla collina della nostra nascita
Sulla collina di ogni nascita
Della tua e della mia nascita Matteo
Sulla collina dove una mamma e un bambino
Si presentano al mondo – si presentano ai re
Del mondo e ai sapienti della terra
Là ci sarà pace nella guerra mai vinta dei cuori
Mano per mano saliremo fuori Matteo
Tra i fuochi dei pastori e le ombre delle pec ore belanti
Saliremo al ritmo del martello sull’incudine
Al lampo del ferro rovente che fiorisce e si flette
Come il pensiero di mille uomini
Di mille secoli in attesa di un sì
Perché la sapienza si incarnasse
In un bambino come te che ora mi stringi la mano
E hai paura di salire la collina densa per te
Di ombre strane e fuochi minacciosi
Eppure sali perché più forte è la mano del nonno
E il richiamo della sua voce
Sei nella barca del mio braccio teso
E puoi viaggiare con me sulla collina come un’onda
Che ci prende ci commuove e ci porta
Davanti alla grotta di Realdino – davanti al Bambino
Del presepe di Agliate come ogni anno ci chiama
Vegliate vegliate vegliate – vigilate uomini di buona
E di cattiva volontà – uomini di un’epoca in rovina
E su questa rovina provate ancora a costruire
Con le antiche pietre d’Europa
Con le arrotondate pietre dal fiume e con la mota dal Lambro
Con l’acqua dalle rocce prealpine un presepe
Quell’acqua dal fonte del battistero ottagonale di Agliate
Lava il nostro pensiero e lo dilata
Sulle sponde di Pusiano – e fino quando un bambino salirà con la mano
Nella mano del nonno con infinita fiducia
Nascerà ancora l’ingenua felicità nel cuore di questo popolo perso
Perso nella prossima notte che verrà senza presepio né stella.