Lazzaro
La terra inghiotte i suoi morti
Li restituisce a se stessa – generazioni
Seppellite nel deserto come l’egiziano
Ucciso da Mosè (come i morti d’acqua nel Mar Rosso)
Guardatevi dalla morte per acqua (*) – i morti nel Mediterraneo
Egiziani travolti coi loro carri dall’onda
Mentre gli israeliti camminavano all’asciutto
E il mare era una muraglia sicura a destra e a sinistra
Gesù camminava nel solco del suo giorno
E il solco portava verso Gerusalemme
Distante da Betania solo tre chilometri
Il tempo percorribile in un sabato per andare a onorare un defunto
Gesù camminava nel solco finché era giorno
Portava a Betania la Luce che era in Lui
La luce che aveva dato la vista al cieco nato
Quella stessa Luce portava a Lazzaro morto alla luce del giorno
Morto a quella primavera dove il mandorlo fioriva
E il vento portava bisbigli di cose buone dal deserto
Lazzaro ammalato di morte ma quella morte
Non era per la morte ma per la vita
Gesù amava molto Lazzaro e le sorelle Marta e Maria
Gesù piangeva recandosi al sepolcro
E tra le lacrime salate come il mare
Vedeva la luce oltre la pietra che ordinava di spostare
Oltre le bende e il sudario vedeva la carne viva
Fiorire e le bende srotolarsi come bucce
Di arancia dall’inebriante profumo
Di bergamotto – lasciatelo andare! (ordinava)
Scioglietelo dai vostri vincoli – dalle vostre curiose domande
Lasciatelo correre libero incontro a questa primavera
Libero come Simeone che chiedeva di essere lasciato andare
Incontro alla sua sera – come Lazzaro incontro al suo nuovo mattino
Verrà anche per lui il giorno del commiato definitivo dal mondo
Ma ora Lazzaro è una banderuola che gira
Sui tetti come il profilo di un gallo
Che annuncia a tutti l’alba di Pasqua.
(*) T.S. Eliot, La terra desolata