Ultima domenica dopo l'Epifania
(Luca 7,36-50)

Lacrime

Grosse lacrime rotolavano sulla guancia
A volte rallentavano incerte
Ma poi precipitavano giù nel vuoto
E cadevano goccia a goccia sui piedi del Maestro

Così lo chiamavano in Israele – uno dei tanti rabbini
Che a dodici anni aveva tenuto testa a molti di loro
Nella sinagoga di Gerusalemme
E ora quell’uomo colto e illuminato da Dio

Si lasciava toccare i piedi da una peccatrice? – se li lasciava asciugare
Con i capelli e ungere di unguento prezioso?
Le lacrime della donna scendevano copiose – lacrime di pentimento
Come poche e raramente ne scorrevano di quei tempi in Israele

Uomini religiosi tutti intenti a mostrarsi i primi
I più perfetti e scrupolosi osservatori della Legge
A cercarsi i primi posti a tavola e nella sinagoga
Mentre lei la peccatrice se ne stava zitta dietro la sedia di Gesù

Nel posto all’apparenza più umile ma forse il più vicino
Al trono del Re a cui ora domandava scusa per i molti peccati
Uno ad uno per ogni sua lacrima – era strano eppure quelle lacrime
Come collirio scendendo e le restituivano uno sguardo di bambina

Ora per lei il mondo era ritornato trasparente
Come quando da piccola andava a prendere acqua alla fontana per sua mamma
Ora nella stanza vedeva intorno alla tavola tutto il buio nel cuore dei farisei
E una luce meravigliosa sul volto di Gesù chino su di lei a perdonarla.