Vincent van Gogh, Notte stellata (Saint-Rémy, giugno 1889)
Federico Garcia Lorca
Notte d’estate
L’acqua della fonte
suona il suo tamburo
d’argento.
Gli alberi
tessono il vento
e i fiori lo tingono
di profumo.
Una ragnatela
immensa
fa della luna
una stella.
Il poeta spagnolo Federico Garcia Lorca (1898-1936) disegna il paesaggio di una notte d’estate. Poche righe, essenziali come i tratti di un disegno a china. Nel silenzio il gocciolio dell’acqua ha un suono ritmico e argentino. Il vento passa tra le dita degli alberi come i fili nel pettine di un telaio e si trasforma in un magnifico tessuto colorato. La luna si irradia al centro di una ragnatela e diventa una stella. Tutto avviene con una naturalezza e una lievità che sorprendono. Niente sogno o fantasia. È tutto vero. O forse tutto è sogno. Il poeta non trasfigura la natura, non perde il senso della realtà ma ne legge in filigrana l’essenza. Un brivido percorre questi brevi versi, come un accordo di chitarra gitana. O come il pianoforte su cui Federico Garcia Lorca compose i suoi Canciones spagnolas antiguas.